500 giorni di vita in camper

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Non un obbligo ma una scelta

Avevo deciso che avrei scritto ogni mese due righe su questo diario ma i miei buoni propositi non sono andati a buon fine… cercherò di redimermi cominciando da questo momento.

A Gennaio 2024 sono stati 365 giorni che viviamo in camper e, ad oggi, ammontano a 500. Le cose che abbiamo vissuto sono davvero tante, forse troppe da scrivere in un articolo solo ma ci proverò.

Oramai da qualche mese siamo sulla piccola isola di Aerø in Danimarca, vivendo la nostra quotidianità a bordo di Sirio e lavorando circondati da prati verdeggianti con vista mare a 360° ma ora torniamo indietro di qualche giorno anzi, di 500.

Recap del 2023: cosa abbiamo fatto

Dove eravamo rimasti? 

Ah sì, stavamo lasciando definitivamente il nostro appartamento a Mondovì, con le emozioni che si mescolavano alla paura.

Per tutto il 2023 siamo stati fondamentalmente stanziali in Valle Maira dove abbiamo trovato entrambi lavoro. Vi starete chiedendo perchè visto che parliamo sempre di viaggi?

Beh, non essendo né io né Max fortunati vincitori della lotteria o figli ereditieri di famiglie benestanti, abbiamo investito tutti i nostri risparmi per acquistare Sirio e rimetterlo in sesto rimanendo sostanzialmente al verde.

Quindi, prima di poter partire, avevamo bisogno di riempire di nuovo i nostri fondi ed intanto abbiamo cominciato il nostro personale viaggio di vita in camper pur senza compiere lunghi viaggi.

Vivere in camper è il sogno di molti ma pochi sanno che porta a rivoluzionare non solo il tuo stile di vita ma anche te stesso. Ne parleremo meglio in un altro articolo.

Lasciare la casa

Abbiamo così lasciato il nostro appartamento di Mondovì, il lavoro fisso e ci siamo messi alla ricerca di un lavoro nelle valli che tanto amiamo. Siccome l’idea era di restare in Italia, volevamo però vivere in montagna.

Chi ci conosce bene sa quanto amiamo le montagne, sono una parte fondamentale della nostra esistenza.

Seppur il nostro sogno resta quello di poter creare una nostra attività, non sapendo ancora quale sia, abbiamo deciso di reinventarci lavorando stagionalmente qua e là.

Un po’ di mesi lavorativi, un po’ di viaggio, così da poter avere sia il tempo di guadagnare soldi, che quello di esplorare il mondo e noi stessi.

La ricerca è stata piuttosto breve perché abbiamo trovato lavoro quasi subito in Valle Maira, fermandoci per circa 9 mesi. Pur essendo questa una limitazione, a livello di viaggio, ci ha consentito al tempo stesso di tagliare i costi e di vivere finalmente in un contesto montano.

La valle Maira ci ha accolto e, vedendoci volenterosi abbiamo imparato davvero molto qui. 

Vi lascio un estratto dall’articolo che ho scritto in precedenza:

In pochi mesi, oltre a portare avanti il mio lavoro come artigiano e autore, ho imparato a prendermi cura dei giardini, a raccogliere diversi tipi di prodotti agricoli, dalle piante officinali alla segale, a fare il pane, a lavorare in un rifugio ed ho partecipato ai miei primi mercatini conoscendo persone meravigliose.

E Max? Beh, Max alla fine di questa esperienza potrebbe tranquillamente aprire una sua attività in alta montagna e gestirla da sé con tutto quello che sta imparando lavorando qui.

Se siete curiosi di scoprire di più su questa meravigliosa valle, trovate l’articolo completo qui.

Vecchi amici e nuove opportunità

Durante i primi mesi del lavoro in valle mi è capitato di sentire una mia vecchia amicizia che ho scoperto essersi trasferita in Danimarca.

Sono partiti messaggi chilometrici sui rispettivi cambiamenti di vita e su tutto ciò che ne consegue ed infine, è uscito fuori che una dei suoi parenti spesso cercava persone per le stagioni. Ho subito spedito i curriculum con l’accordo di risentirci verso l’autunno.

Le due stagioni in valle

La stagione estiva è stata ricca e molto stancante, soprattutto per Max che lavorando in ambito turistico, ha dovuto fare molte ore. 

Per me è stato più semplice, certo facevo molte ore anche io dato che i campi erano nel fiore dei raccolti ma io AMO lavorare all’aperto perciò, stanchezza fisica a parte, ero felice.

Ogni mattino alle 6 mi recavo nei campi dove ad aspettarmi trovavo solo piante, uccelli e silenzio e così trascorrevo le mie ore a scerbare, raccogliere ed aiutare chi ne aveva bisogno. Ho scoperto quanto amo lavorare all’aperto e quanto rilassi la mia mente agitata.

La stagione autunnale-invernale, o almeno la parte che abbiamo fatto, è stata comunque impegnativa. Mentre Max continuava a lavorare presso il bar, io ho iniziato a lavorare per la Mosterei producendo e confezionando succhi di frutta, aceto e sidro di mele in modo del tutto naturale. Una piccola azienda che crea un prodotto eccezionale e al 100% naturale che consiglio a chiunque di provare. Vi lascio il sito se volete darci un’occhiata.

La cosa che più ho amato di questa esperienza è stata quella di ritornare a lavorare con gli altri in un team molto positivo.

Oltre ai lavori stagionali, abbiamo anche cominciato a partecipare ai mercatini artigianali e ho pubblicato un libro per bambini sul folklore piemontese dal titolo “Maria e il Sarvanot” diventando ufficialmente un autore. Se siete interessati ad una sua copia per i vostri bimbi potete trovarla nelle librerie.

La fine ed un nuovo inizio

Il 31 dicembre, abbiamo lasciato la valle andando per un periodo a casa della mamma di Max con cui abbiamo trascorso del tempo in famiglia dato che il lavoro in Danimarca ci era stato confermato!

Ne abbiamo approfittato per sistemare Sirio, i documenti necessari alla partenza (anche quelli dei mici) e le mie innumerevoli visite mediche.

Ne parliamo meglio nell’articolo dedicato di “Come vivere e lavorare in Danimarca o almeno, come abbiamo fatto noi.

Durante questo periodo di “vacanza” sono riuscito ad andare a trovare i miei parenti in Sicilia che non vedevo da moltissimi anni e a rivedere tutti i miei cari amici.

Sono rimasto colpito e commosso da quante persone sono venute a salutarci, a passare del tempo con noi, ad abbracciarci e ad augurarci buon viaggio… non me lo aspettavo. Grazie di cuore, a tutti.

Alla fine, il giorno della partenza è arrivato e tra saluti e pianti, siamo saliti tutti e 4 su Sirio e siamo partiti verso la nostra meta. Aerø, una piccola isola a sud della Danimarca.

In viaggio verso la Danimarca

Così siamo partiti per il nostro primo lungo viaggio lungo 1700 km suddiviso in 7 tappe che racconto meglio qui

Ogni tappa raggiunta, ci allontanava dal luogo dove siamo nati e ci avvicinava a ciò per cui abbiamo scelto questa vita: esplorare e trovare il nostro posto.

Abbiamo attraversato 3 confini di stato, preso un traghetto ed infine siamo giunti sull’isola che sarebbe diventata la nostra casa per un pò.

Aerø

All’arrivo, Kino è venutә ad accoglierci e mostrarci l’isola. Abbiamo conosciuto nuove persone rompendo anche le barriere linguistiche (qui, a parte la famiglia di Kino, parlano tutti Inglese e Danese) ma, se pur il mio inglese non è dei migliori, me la cavo alla grande quindi, non fatevi fermare dalla lingua se volete fare nuove esperienze all’estero.

Qui, in cambio del posto per Sirio, acqua, eventuale corrente etc. lavoriamo in una fattoria mentre per guadagnare qualche soldo, presso un hotel.

Così, ci siamo ritrovati a fare ben tre esperienze in una senza nemmeno rendercene conto: vivere su una piccola isola, lavorare e vivere in una fattoria, lavorare in un hotel in riva al mare.

Insomma, spesso mi guardo indietro e non mi sembra vero di aver percorso tutta questa strada ma poi sorrido e mi dò un colpo sulla spalla come a dirmi “ ed invece sì”. Mia madre credo che sarebbe orgogliosa di me, di noi.

Sarà questo il nostro posto? Chi lo sa, l’unico modo per capirlo è: viverlo.

Ci si vede al mese prossimo, Kyle.

kyle

Scrittore ed artista. Amo incondizionatamente Max, i miei mici, le montagne e il buon cibo.

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